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Pisa: dall’inizio ad oggi

 

Dalle origini fino alla caduta dell’impero romano

La città sorse in prossimità di un’area lagunare determinata dalla confluenza del fiume Arno e dell’Auser (Serchio). I ritrovamenti archeologici del 1994 consentono di datare le origini di Pisa al VII-VI secolo a.C. in epoca etrusca e di sostenere con certezza che Pisa era una città marittima e dedita a traffici con i Greci, i Fenici e i Galli almeno dalla metà del VI secolo a.C. Gli scritti di eminenti personaggi romani (Catone, Virgilio, Plinio, Strabone, Servio e Rutilio Namaziano) suffragano le ricerche archeologiche. La leggenda attribuisce a Pelope la fondazione della città, scampato alla guerra di Troia.

L’importanza marittima di Pisa, sebbene non fosse una città costiera, era ben conosciuta all’epoca e i cronisti del passato attribuirono ad un pisano l'invenzione del rostro, strumento diventato importantissimo nelle battaglie navali di allora.

Col progredire della potenza di Roma, il porto di Pisa fu base di imprese navali romane e nel 180 a.c. Pisa divenne colonia romana.

Dalla caduta dell’impero romano al 1000 d.c.

Pisa, per la propria posizione geografica che le conferì una posizione facilmente difendibile e per avere una flotta propria, non risentì molto degli eventi storici conseguenti alla caduta dell’impero romano.

Essendo il porto principale del Tirreno, Pisa mantenne sempre la propria importanza, che si accrebbe con le azioni navali contro i saraceni e fu definita “Pisae, Tusciae provinciae caput”, cioè Pisa capoluogo della provincia Toscana.

Repubblica marinara

Dopo l’anno 1000 Pisa divenne sempre più importante grazie alla sua crescente potenza navale e molti personaggi di rilievo dell’epoca si appoggiarono ad essa, per raggiungere i propri fini nel nome della cristianità o di meri interessi politici. Tra essi figurano: papa Giovanni XVII, papa Pasquale II, papa Gregorio VII, papa Urbano II, e gli imperatori Enrico IV, Enrico VI, Ottone IV, Federico II.

L’egemonia pisana sul mare durò fino all’Agosto del 1284, quando Pisa subì una pesantissima sconfitta navale da parte di Genova presso l’isola della Meloria.

In terra Pisa mantenne la propria egemonia, se pure con alterne fortune, quando alla fine del 1300 fu assoggettata al dominio fiorentino.

Negli anni di maggior splendore furono completati i monumenti che hanno reso famosa la città nel mondo: la cattedrale, la torre pendente e il battistero, posti sul prato che viene chiamato “campo dei miracoli”. Pochi sanno che la gradinata a spirale che consente l’accesso alla sommità della torre fu realizzata a “prova di cavallo”, intendendo dire che i notabili dell’epoca mostravano agli illustri personaggi in visita il panorama della città, dalla torre, salendo a dorso di cavallo.

“I quattro monumenti sono quattro incarnazioni dello spirito di Pisa e tutti volgono l’un verso l’altro i possenti volti enigmatici; e alla Toscana le spalle. Noi possiamo esaminarli uno per uno; ma nella loro realtà sono inscindibili. Sono le vestigia di un mondo che solo qui sopravvive, sono le reliquie del sogno di quel mondo”. (Rudolf Borchardt 1932)

Sotto l’influenza di Firenze

Con l’avvento dei Medici prima e dei Lorena poi, l’egemonia di Pisa terminò. In ogni caso la città si arricchì di importanti opere urbanistiche, tra cui la fortezza di San Gallo (conosciuta dai Pisani come “giardino Scotto”) e numerose ville, tra cui quella medicea di Coltano (1600 circa), che ospita la nostra attuale sede.

Nel 1343 fu fondata l’Università di Pisa, considerata tutt’oggi una dei più prestigiosi atenei italiani, che continua ancora la sua opera con la Scuola Normale e l’Istituto Superiore S.Anna. Hanno dato lustro all’ateneo, in particolare: Leonardo Fibonacci, Galileo Galilei, Antonio Pacinotti, Giosuè Carducci, Enrico Fermi, Carlo Rubbia, Alessandro Faedo, Carlo Azeglio Ciampi.

In epoca risorgimentale gli studenti pisani parteciparono alla battaglia di Solferino e San Martino, Pacinotti compreso, durante la II guerra d’indipendenza.

Di grande importanza è “il giardino dei semplici” (orto botanico), fondato nel 1544 e che rappresenta la più antica istituzione di questo tipo in Europa.

Dal regno d’Italia alla Seconda Guerra Mondiale

Con la costituzione del regno d’Italia, Pisa venne scelta da Vittorio Emanuele II come residenza estiva e nacque la Tenuta di San Rossore, di cui fa parte l’area di Coltano.

Nel 1903, Vittorio Emanuele III ne cedette una parte a Guglielmo Marconi, per la costruzione di quella che fu la più potente stazione radiotelegrafica del mondo. A Coltano i radioamatori pisani festeggiano ogni anno la nascita di Marconi nel sabato immediatamente precedente al 25 Aprile, in occasione dell’IMD – International Marconi Day -  col nominativo speciale marconiano IY5PIS.

A cominciare dal 1920 Pisa assunse una certa importanza per le fabbriche presenti nel territorio: Piaggio, Saint Gobain, Gallinari. Purtroppo la guerra fu disastrosa per la città, che il 31 Agosto 1943 fu pesantemente bombardata dall’aviazione alleata, per la sua importanza come nodo ferroviario e per le fabbriche convertite alla produzione bellica. La città fu tagliata in due dal fronte e fu liberata il 2 settembre 1944 rimanendo profondamente danneggiata nel tessuto urbano e industriale. La ricostruzione avvenne in tempi rapidi anche se alcune cicatrici sono ancora oggi visibili.

Pisa e il calcolo elettronico

Nel dopoguerra Pisa è stata un caposaldo nello sviluppo dell’elettronica e dell’informatica a livello nazionale. Nel 1955 su suggerimento di Enrico Fermi viene fondato a Pisa il CSCE, Centro Studi Calcolatrici Elettroniche, per opera del Prof. Marcello Conversi, direttore dell’Istituto di Fisica, e del Prof. Alessandro Faedo, preside della Facoltà di Scienze. Partendo da zero il CSCE progetta e costruisce la CEP, Calcolatrice Elettronica Pisana, la prima macchina di questo tipo in Italia. Installata all’ultimo piano dell’Istituto di Fisica in Piazza Torricelli la CEP, con le sue 3500 valvole, 2000 transistor e 12000 diodi al Germanio, opera dal 1961 al 1969, svolgendo egregiamente il suo ruolo e contribuendo a formare la prima generazione di informatici italiani. In questo lavoro il CSCE è validamente coadiuvato da un centro di ricerche creato appositamente dalla Olivetti a Barbaricina.

Alessandro Faedo ha capito il ruolo fondamentale che giocheranno i computer nel futuro, e per sua opera nel 1965 nasce il CNUCE, Centro Nazionale di Calcolo Elettronico, al quale l’IBM fa dono di uno dei più potenti calcolatori dell’epoca, il 7090, completamente transistorizzato.

Il CNUCE, divenuto successivamente parte del CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, è il primo centro italiano a livello nazionale al quale tutte le università possono rivolgersi per le loro esigenze di calcolo e, più in generale, di analisi di dati. Già dai primi anni 70 utenti remoti possono utilizzare la macchina pisana grazie alla trasmissione dati su rete telefonica. Gli utenti del CNUCE non sono solo fisici e ingegneri ma letterati, linguisti e musicisti. Nel 1969 nasce il Corso di Laurea in Scienze dell’Informazione (nome disgraziatamente mutato qualche anno dopo in Informatica per seguire una moda), il primo in Italia. Il CNUCE viene dotato di calcolatori sempre più potenti e nel 1986 stabilisce il primo collegamento dell’ Italia alla rete Internet.  L’anno dopo viene registrato il primo dominio italiano: cnuce.cnr.it.

CNUCE

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Bibliografia:

Pisa nell’antichità (vol. II)                     Nello Toscanelli; Nistri Lischi editore

Pisa: il duomo e la piazza                      Fabio Redi; Silvana editore

Il Giardino dei Semplici                         FG, LTT, AT; Pacini Editore

Gli aeroplani di boccadarno                   Sergio Piccioli; Edizioni ETS

 

IZ5KDD Paolo Bronzini, IZ5PQT Giovanni Carboni